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Il porto di
Civitavecchia
Fino a qualche decennio fa, il porto di Civitavecchia poteva
considerarsi un vero gioiello architettonico, essendo rimasta
inalterata la struttura fondamentale dell'opera romana.
Il porto, infatti, frutto della grande esperienza degli antichi, non
era stato alterato nemmeno dai Papi che si erano limitati soltanto a
sostituire, con nuove opere, i templi ed i portici che la barbarie
degli uomini, e l'opera demolitrice dei secoli, avevano distrutto.
Tra l'altro, gli uomini, che i pontefici avevano chiamato a dirigere
la costruzione dei monumenti, erano ben degni dell'alto compito a
loro affidato; basti ricordare Bramante, Michelangelo, Antonio da
San Gallo e Bernini.
Fortunatamente, le opere moderne che hanno parzialmente modificato
le belle linee del nostro porto, hanno anche lasciato integre, o
quasi, tutte le opere d'arte.
Dal lato di levante, il vaghissimo maschio del forte Michelangelo si
specchia ancora nelle acque tranquille del mare; poco lontano le
superbe arcate dell'arsenale Bernini sembrano un monumento
dell'antica Roma.
Il lato del porto verso la città è chiuso dalla bella cinta merlata
di Urbano VIII (tutta in opera laterizia), la cui monotonia è
interrotta, nella parte centrale, dalla meravigliosa fontana del
Vanvitelli.
Verso il lato di ponente, dopo la monumentale porta Livorno, si
profilano le poderose mura dell'antica Rocca, con l'antica torre
quadrangolare, costruita, sembra, ai tempi di Calisto III.
Al di là della bocca che conduce alla vecchia darsena (nelle cui
profondità giace, forse tuttora, la colossale statua in bronzo di
Nettuno, il cui braccio tornò alla luce nel secolo scorso) si
affacciano sul mare i bastioni che Antonio da San Gallo costruì
nella prima metà del XVI secolo.
Della bellissima opera cingente in origine tutta la città non
rimane, purtroppo, che la piccola parte, circondante appunto la
vecchia darsena.
Dell'epoca romana, solo una delle 4 torri è rimasta superstite, e
precisamente quella detta "il bicchiere", all'estremità del molo
omonimo.
Anche nel molo opposto, detto del Lazzaretto, vi è un'altra torre
simile, ma non è quella antica, benché sorga esattamente sul posto
da essa occupato.
Le altre due torri romane stavano all'antemurale, a fronteggiare
quelle già menzionate.
Al
loro posto sorgono ora il Fortino Gregoriano, costruito da Gregorio
XVI nella prima metà del secolo scorso,, ed il Faro, sorto nell'anno
1616 sotto il pontificato di Paolo V: munito di mezzi ottici
moderni, esso , dopo oltre tre secoli di vita, serve ancora allo
scopo per cui venne creato.
Attraverso il piccolo portico che rasenta uno dei lati meglio
conservati dell'antica Rocca, costituito da una muraglia a grandi
blocchi di travertino, giungiamo alla vecchia darsena.
Nella piazzetta è da osservare la bella Porta Marina, decorata con
pilastri piani di travertino, sormontati da capitelli di stile
ionico, con due colonne di granito.
Lo specchio acqueo della darsena esisteva fin dall'epoca romana,
come hanno dimostrato i rinvenimenti di numerosi oggetti antichi,
avvenuti in tutti i tempi.
Anche recentemente sono venuti in luce frammenti di colonne e
capitelli dorici in travertino facenti parte dell'antico portico che
correva probabilmente lungo tutta la banchina.
Una parte della muraglia della darsena, formata da quadrelli di
pietra, risale certamente all'epoca imperiale ed i Papi del XVI
secolo non fecero che restaurare la bella opera aggiungendo però,
quale ornamento, le meravigliose teste di leone in bronzo, di
fattura classica, sorreggenti con le zanne dei maniglioni di
ormeggio. |
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